"Appare spesso. Nel bel mezzo della notte. A casa mia.
Non è un luna park fantasma. È un luna park segreto.
Se anche volessi parlarne, come potrei?
Le giostre cambiano in continuazione.
A volte tornano, a volte no.
Non è un sogno. No, di sicuro.
Voi non ve lo sognate nemmeno."
Non è un luna park fantasma. È un luna park segreto.
Se anche volessi parlarne, come potrei?
Le giostre cambiano in continuazione.
A volte tornano, a volte no.
Non è un sogno. No, di sicuro.
Voi non ve lo sognate nemmeno."
La scomparsa prematura, e inaspettata, di Chris Cornell, leader dei
Soundgarden (e poi degli Audioslave) ha riportato in auge la figura di
colui che è stato definito, non a torto, "la più bella voce del grunge",
che di voci belle, da Kurt Cobain a Eddie Vedder, ne ha conosciute. Di
riflesso, si è tornati a parlare degli album dei Soundgarden, in
special modo di quel "Superunknown" che li ha consacrati al successo
mondiale. Essendo, quel disco, giunto tardivo, rispetto agli album
seminali dei coevi Nirvana e Pearl Jam, venne definito, il "Canto del
Cigno del Grunge", movimento sonoro che di li a poco si sarebbe estinto;
e chi vi sopravvisse, finì con il ripiegare verso altri lidi. Così, a distanza di venti e rotti anni, mi torna in mente "Black Hole
Sun", il loro brano più noto, e probabilmente uno dei più
rappresentativi.
Nella letteratura contemporanea per ragazzi esiste un libro che è un autentico "Black Hole Sun": è "Luna Park" di Livia Rocchi , edito da Camelozampa.
Un libro condensato e stratificato, dal sapore dolciastro, che cela un
grande buco nero: quello della violenza domestica. Argomento importante,
di cui è fondamentale parlare, ma il difficile, in questo casi, è
stabilire il "come".
L'autrice ci riesce davvero bene, come un escamotage metaforico.
"In un diario segreto, la voce di un bambino racconta ogni sera la
comparsa di un luna park. Le sue giostre sono la metafora della violenza
domestica: la tensione crescente, i picchi di urla, le discese nel
silenzio."
Così Benny trova il modo di raccontare quel che di
indicibile gli accade tra le mura domestiche; e l'autrice, di converso,
trova il modo di introdurre ai ragazzi di oggi un tema importante e
delicato, come fosse un sogno che talvolta spaventa, evitando la
crudezza di un pugno diretto allo stomaco. Il racconto si fa circolare,
dinamico, mescola la realtà all'immaginario, il piano narrativo si
stratifica e sfilaccia tra finalità narrativa e densità lirica, tra luce
e vortice, come una figura che degenera, collassando al centro.
In questo "Black Hole Sun", qualcuno lancia una corda, sembra poca cosa
ma è solida, e non si strappa. E' Stella, l'amica di Benny, così
sinceramente amica che gli vuol bene per quel che è, con le sue paure e
la sua goffaggine, la mascella sporgente, la difficoltà di memorizzare
le parole difficili; non ultimo, il padre alcolizzato. Tutti ingredienti
che spesso gli procurano derisione dagli altri compagni di classe, con
un comportamento che si prefigura ai margini del bullismo. Ma lei non li
ascolta gli altri, perché con Benny gioca così bene, che sente quasi il
desiderio di proteggerlo; dalla cattiveria gratuita degli altri, dai
pericoli che corre se rincasa tardi. Perché lei ha intuito che lui
nasconde un tormento, qualcosa di più grande, che lo rende impotente, di
cui è impossibile parlare, anche perché improbabile da immaginare.
"Basterà l’amicizia di Stella a farlo uscire dal Tunnel degli Orrori?"
Questo libro mette al centro il concetto di amicizia come solido porto
da cui salpare, per ritrovare fiducia in se stessi. Perché quando
l'animo è tormentato, spaventato, annichilito dalle violenze
psicologiche, quella fiducia si perde, tanto in sé stessi che nel mondo
che ci circonda. E diventa vitale sentirsi utile, capaci di fare
qualcosa, non solo per sé, ma anche e soprattutto per gli altri. Perché
attraverso l'approvazione di chi ci è vicino, e ci vuole bene, passa una
buona fetta della propria autostima.Per questo ho apprezzato un certo
passaggio del racconto, dove Benny compie la sua personale impresa,
facendo i conti con la propria paura e senso di inadeguatezza.
Non aggiungo altro perché questo è un libro che non va descritto, va sorseggiato da cima a fondo.
Questo libro è bello. Questo libro è grunge, tanto nello stile
narrativo che nel formato cartaceo, pocket, ma dai caratteri grandi,
facilmente leggibili. E che amiate o meno Chris Cornell e i suoi
Soundgarden, sappiate che dai buchi neri si può uscire, e tornare a
vedere la luce del sole.
Luna Park - Livia Rocchi - Camelozampa
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