venerdì 30 giugno 2017

Il segreto del manoscritto


"La luna formava un cerchio perfetto nel cielo e illuminava nella notte estiva una casa d'altri tempi con i muri bianchi coperti di rampicanti fioriti, adorna di balaustre e statue di marmo, circondata da un giardino curato con una fontana, una vasca in cui nuotavano dei pesci rossi e un gazebo di ferro battuto.
Un grosso gatto bianco si mosse elegantemente dal balcone del primo piano e con un agile balzo raggiunse il tronco di un albero. Senza esitare, dopo una ripida discesa, atterrò sulla balaustra di marmo delle scale che portavano in giardino. Si concesse un attimo di pausa prima di raggiungere con un ultimo balzo la vasca e restarsene appollaiato sul bordo in un nodo di zampe, coda e pelo. La luce della luna disegnava la sua figura sull'acqua.
Il gatto protese il muso per annusare un soffio di vento e socchiuse gli occhi, concentrato a decifrare quel lieve messaggio nell'aria.



Un raggio di luna che bacia le onde, screziandole quel tanto che basta, per arrivare a lambire la spiaggia. Questa, in estrema sintesi, la scrittura di Giuliana Facchini. Sinuosa, elegante, equidistante, tanto dalle vicende dei protagonisti dei suoi racconti che dalle intime istanze di cui si fanno sani portatori.

Recentemente l'autrice, reduce dalla Bologna Children's Book Fair 2017, ha così scritto sul suo blog, 
( https://ilgiovanebrik.com ) a proposito del suo ultimo libro, appena edito:

"Un altro mio sguardo sugli adolescenti, ancora la mia voglia di raccontarli senza mettermi al loro posto, anche se un po’ vorrei starci nonostante tutto."

Perché "la distanza è profondità". Così si esprimeva James Patrick "Jimmy" Page, fondatore, chitarrista e guida dei Led Zeppelin; lui che in sala d'incisione curava personalmente la posizione e la distanza dei microfoni dagli strumenti, perché alcuni dischi sembravano "registrati ad una festa".

C'è chi si tuffa con tutte le scarpe nelle vicende dei protagonisti, finendo spesso con l'immedesimarsi in essi, amplificando il battito delle emozioni, spostando la visuale in presa diretta come una telecamera che scorre sul binario quel tanto che basta per vedere cosa c'è davanti. E c'è chi osserva dall'alto, come un aquila in volo, fosse anche solo un gatto sul muretto; allora le voci e i rumori del mondo giungono più attutiti, ma con una visuale panoramica. E allora osservi i movimenti e le interconnessioni, i sincronismi, nelle vicende dei protagonisti, come un reticolo viario che non si perde all'angolo ma prosegue in qualcosa d'altro. E allora emerge la "trama", in ossequio ad una più classica tradizione romanzesca. 



I romanzi di Giuliana sono ben scritti, mescolano tanti ingredienti, accennati e sapientemente miscelati, in modo che nessun sapore prevalga sull'altro. "Il segreto del manoscritto" non fa eccezione, c'è il giallo, l'avventura e anche quel tanto d'azione, con un vago sapore da romanzo storico, seguendo i lasciti di quel "Ludovico Bardo" così ben delineato nei tratti e nelle opere, da sembrare uno scrittore realmente esistito. E' lui il convitato di pietra intorno al quale si impernia il racconto. C'è l'eterna, tanto fiabesca quanto romanzesca, lotta tra il bene e il male, certo rapportata alle spalle delle vicende di alcuni ragazzi di dodici anni. Perché Giuliana ci tiene a raccontare i ragazzi osservandoli nella loro quotidianità, da cui li estrapola aggiungendoci la scossa data da qualche accadimento speciale. Ci sono i caratteri diametralmente opposti, in Susi e Cecilia, che le vicende porteranno a permearsi e venirsi incontro, fino a comprendersi, oltre le apparenze che ingannano. E c'è anche un bell'espediente narrativo in quel gatto che appare quando serve, e si muove puntuale a sbloccare i meccanismi della narrazione quando sembrano inevitabilmente volgere ad un vicolo cieco.

Un libro estremamente godibile, senza battute d'arresto o cadute di stile.Di più non vi racconto, perché questo libro dovete leggerlo. Giacché la trama è uno dei suoi elementi di fascino. 

Il libro, recentemente giunto alla sua prima ristampa. ha conseguito nel 2015 il Premio Righini Ricci come miglior romanzo inedito.

Impreziosito in copertina da una illustrazione di Cinzia Ghigliano (Premio Andersen 2016)

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