mercoledì 13 ottobre 2021

La storia del toro Ferdinando


 

Finalmente è tornato in libreria "La storia del toro Ferdinando", testo di Munro Leaf, illustrazioni di Robert Lawson, traduzione di Beatrice Masini, edito da Rizzoli.

La fascetta gialla che accompagna questa deliziosa storia recita così: "Un classico dalla parte della gentilezza e della non violenza". E in effetti è così, Ferdinando porta con sé un messaggio di pace, tranquillità, accettazione della propria identità, il diritto di far ascoltare la propria voce e di vedersi accettati.

Ferdinando è un docile torello che ama stare seduto tranquillo ad annusare il profumo dei fiori, anche dentro un'arena piena zeppa di gente disposta ad assistere ad una violenza e bestiale corrida. 


I bambini ameranno Ferdinando, i suoi occhi dolcissimi, le sue espressioni eloquenti, la sua bontà, la sua gentilezza, la sua voglia di rimanere sé stesso.

La sua storia lancia un messaggio talmente potente e positivo da essere stato messo al bando in Spagna durante il regime di Franco, e successivamente messo al rogo nella Germania di Hitler. Solo dopo il 1946 Jella Lepman, la fondatrice di IBBY, riuscì a farne stampare oltre 30.000 copie, su carta riciclata di giornale, da donare ai bambini della Germania post-bellica, e lo inserì tra i libri esposti alla International Board on Books for Young People.

Un libro semplice, importante, potente. Questa è la storia del Toro Ferdinando.

"A lui piaceva stare seduto 

tranquillo ad annusare il 

profumo dei fiori"

     


"La storia del toro Ferdinando" -  Testo di Munro Leaf, illustrazioni di Robert Lawson, traduzione di Beatrice Masini - Rizzoli.

giovedì 30 settembre 2021

Sei tu che mi salvi

 


Alla fine chi è stato a rivelare il segreto che io lo amo?


Ma tu naturalmente.

Eri così felice che hai ballato nel vento, e il vento ha soffiato tra le chiome degli alberi.

Tutte le piante l'hanno udito e riferito, la voce si è sparsa tra tutti gli animali, e alla fine l'ha saputo il mondo intero.



Torna Jimmy Liao con un libro ad alta intensità emotiva e poetica. Lo fa con parole pronunciate in punta di piedi e illustrazioni che chinano il capo alla commozione, alla ricerca di quel gesto di affetto di cui tutti abbiamo bisogno.

"Sei tu che mi salvi" - Jimmy Liao - Terre di Mezzo

Traduzione dal cinese di Silvia Torchio - Consulenza editoriale di Luca Ganzerla

lunedì 23 agosto 2021

Le parole possono tutto


 In questo tramonto incastonato tra Ionio e Pollino, mi concedo uno scorcio d'Umbria.

Una graphic novel dagli echi profondamente autobiografici (gli studi sull'alfabeto ebraico di Silvia, le esperienze come operatore di servizio civile di Antonio), dalla dinamica interessante.

Il lirismo ascetico impresso da Silvia innesca un moto verticale che sembra ripercorrere la storia dell'umanità; i disegni di Antonio, ricchi di sguardi d'intorno, discreti mulinano sottotraccia scorci di geografia vissuta, impossibili da ignorare.


Prendiamo Sara che vola con lo skate sulla diramazione tripla della stazione di Perugia Ponte San Giovanni. A sinistra, linea FCU per Perugia S.Anna (in forte ascesa); al centro linea FS per Terontola (anch'essa in evidente salita); a destra, in piana, linea FCU per Terni. Che chicca ragazzi.

"Le parole possono tutto" - Silvia Vecchini, Antonio "Sualzo" Vincenti - Il Castoro

lunedì 5 luglio 2021

Nonostante tutto

 


Non so se avete presente il video di "The scientist" dei Coldplay, con il cantante Chris Martin disteso su un materasso che all'improvviso balza in piedi e ripercorre in "rewind" tutto il cammino precedentemente fatto per arrivare in quel punto. Così è questa graphic novel, scritta e illustrata da Jordi Lafebre; procede al contrario, dalla fine all'inizio, dal capitolo 20 al 1.

La storia inizia con i due protagonisti, ormai in età da pensione, che vanno a braccetto, godendosi alla luce del sole il meritato frutto del loro amore. Zeno ed Ana, l'amore dalla Z alla A, non potrebbero essere più diversi. Lui, uomo di mare, insofferente alle costrizioni, utopico con la testa tra le nuvole, 40 anni a rincorrere una tesi di laurea in fisica quantistica per dimostrare che il tempo può scorrere anche all'indietro. Lei, donna concreta e pratica, alla ricerca di legami saldi, si crea una famiglia, diventa sindaco, con un grande progetto: costruire un ponte che colleghi due parti della propria città, un ponte che si costituisce metafora concreta e potente del legame che vorrebbe instaurare con il suo segreto amore.


Nonostante tutto, nonostante le diversità caratteriali, le grandi distanze, i due restano in stretto contatto per tutta la vita, scrivendosi lettere, facendosi telefonate notturne. La storia, nella sua linearità, procede briosa, non prova di colpi umoristici che si alternano ai registri più teneri, alla ricerca della scintilla che ha innescato, molti anni prima, quella passione segreta.

Il fatto di conoscere sin dall'inizio il lieto fine della storia, non toglie godibilità alla lettura; come certe passeggiate di montagna, quando risali il corso di un torrente, alla ricerca della sorgente. Dove sgorga l'amore. 

Nonostante tutto, nonostante alcune scelte di vita poste in essere nel corso dell'esistenza, vale la pena vivere seguendo le proprie inclinazioni, magari lasciando sempre uno spazio aperto per le persone che, ad un certo punto del cammino, ci hanno toccato il cuore; perché non si sa mai cosa può accadere a lungo andare. Con un orizzonte nel cuore, l'approdo, anche il più insperato, diventa possibile.

Nonostante tutto - Jordi Lafebre - Bao Publishing  

   

martedì 8 giugno 2021

Volovia

 


Mio padre aveva un buco sul cuore, proprio nel taschino della camicia, e il buco toccava sistemarlo a mio sorella. E pure i calzini, le toccava sistemare, e avevano un buco per ogni dito del piede, i calzini di mio padre. Io, invece, avevo sempre i jeans strappati sulle chiappe, manco mi sedessi sul filo spinato. Mia madre, poi, aveva il grembiule tutto crivellato di colpi, come se cucinasse in Vietnam.

In famiglia le cose stavano così: noi strappavamo e mia sorella Ida ricuciva le maglie, le camicie, i pantaloni, le tovaglie, le tende, le lenzuola, i calzini, le mutande, tutto. A volte non c'era niente di strappato in casa, c'era solo da fare, che so, un orlo ai pantaloni, o da attaccare un bottone, ma sempre a Ida toccava, sempre. La mia era una famiglia che faceva a pezzi i vestiti, era un vizio, la stoffa si strappava e mia sorella la cuciva.

Questo brano è tratto dal primo capitolo di Volovia, romanzo di Antonio Ferrara, edito da Einaudi Ragazzi, una storia forte, potente, che racconta di emancipazione, libertà, sogni da realizzare, riscatto. E' la storia di Saverio, un ragazzino di 16 anni che vive a Napoli, va male a scuola, non ama studiare, i compagni lo prendono in giro e lo chiamano "scemo". Un giorno decide di lasciare la scuola e andare a lavorare con il padre che fa il becchino, ma una tragica fatalità gli cambierà totalmente la vita.

Saverio si sente prigioniero della sua vita, vorrebbe volare via, ma volare via significa avere coraggio, quel coraggio che solo chi ha deciso di andarsene dalla propria terra può comprendere. E per decidere di andare via ci vuole tanto amore. 

Un nuovo romanzo di Antonio Ferrara che incanta e rapisce il lettore, ricco di spunti e di suggestioni che fanno riflettere e sorridere ed emozionare al tempo stesso.

"Volovia" - Antonio Ferrara - Einaudi Ragazzi


martedì 11 maggio 2021

Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all'amore per i libri

 


"Con quella faccia un po' così

quell'espressione un po' così

che abbiamo noi prima d'andare a Genova"


Mentre cercavo le parole giuste per presentare questo libro, mi è risuonata in mente "Genova per noi", cantata da Bruno Lauzi.

Il testo, di Paolo Conte, parla di Genova; lo sguardo dell'autore è quello del piemontese che viene dalla campagna, il visitatore occasionale che sogna il sole ed una vacanza al mare. Conte riesce a sintetizzare il senso di meraviglia che prova il provinciale nel visitare una città ricca di complessità.

Ecco, Antonio Ferrara ha scritto un libro "un po' così".

Ricco di stupore, meraviglia, pieno di sfaccettature, complesso nel suo voler esser semplice, senza mai scadere nel superficiale. Leggero, perfino gradevole, ma pieno di swing.

Condensata in pillole, c'è tutta l'esperienza di Antonio scrittore, lettore, teatrante, formatore, amante dei libri, educatore alla lettura ad alta voce. Uomo serio e burlone. L'uomo che incontra le persone e lavora con loro, siano esse adulte e bambine, del mestiere o semplicemente curiose.



E' un libro che apre porte e finestre, moltiplicando gli sguardi. Sembra un saggio quando in realtà è il resoconto di un viaggio lungo una vita; e quando viaggi vedi, osservi, assorbi, condensi. Qui è tutto condensato, niente è superfluo, non c'è nulla di scontato. Del saggio ha la struttura, la suddivisione in sezione, capitoli, l'organizzazione in tematiche, percorsi; dentro è curato come un giardino, ogni ambiente offre uno scorcio e un incanto, ogni spazio è compiuto e brilla di luce propria.

In questo c'è una profonda coerenza con l'Antonio romanziere, l'inventore di storie dai capitoli brevi, raramente oltre le due pagine, ognuno dei quali condensa uno sguardo, un respiro, una storia a sé stante nell'avvicendarsi del romanzo. Come tante scene di teatro che si susseguono. Tale è questo libro - saggio fatto di tante parole "chiave", ognuna delle quali apre una precisa porta che introduce a una stanza, che rivela una meraviglia.

In quanto tale vale il suggerimento dell'autore; questo libro puoi leggerlo tutto o in parte, anche in ordine sparso, saltando qua e là, come una caccia al tesoro, per dritto o per rovescio: ogni scrigno - parola che apri è una meraviglia che scopri. Ovvio che più leggi, più ti incanti; più finestre apri, più aria entra, meglio respiri; più viaggi, più incontri fai, più scopri luoghi, ti muovi nel tempo e nello spazio, nelle letterature.

Un libro così ci mancava, e poteva scriverlo solo Ferrara,

"Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all'amore per i libri - Antonio Ferrara - Interlinea Edizioni 

domenica 25 aprile 2021

Nome di battaglia Nero

 


"Anche la disperazione impone dei doveri

e l'infelicità può essere preziosa"

CSI - Linea Gotica

Correva il mese di febbraio del 2018 quando Sonia Maria Luce Possentini venne a Terni a presentare in libreria "La prima cosa fu l'odore del ferro", edito da Rrose Sélavy, la sua prima prova da scrittrice, oltre che illustratrice. Rimasi colpito dall'energia sferzante di quelle parole che, ereditando la disciplina e il rigore della sua arte, aggiungevano una forza inedita che reclamava espressione.


 Prima di andarse Sonia mi donò un manoscritto. Un universo di pulviscolo di grafite e qualche schizzo da cui trapelava l'embrione di una grande storia che la toccava personalmente. Giovanni Possentini, detto il Nero, partigiano della Brigata Garibaldi, che si lasciò catturare per salvare la vita ai suoi familiari. Una voce narrante che entrava nella "Storia", al contempo privata e universale, attendendo il momento propizio per costituirsi "Memoria" collettiva.

Penso di essere stato uno dei primi ad entrare a contatto con quel racconto, che ho atteso in silenzio per tre lunghi anni, seguendo a distanza l'autrice come farebbe un animale nel bosco, in attesa di un segno. Penso che io e Sonia ci intendiamo anche per questo, sappiamo ritrovarci quando è il momento.


Poi quella telefonata di un anno fa.

Massimo De Nardo ci aveva lasciato. Una perdita incalcolabile, sotto il profilo umano e culturale. Massimo aveva dato una casa al "Nero" ma non solo; lavorando a stretto contatto con Sonia, gli aveva impresso un tocco indelebile. Una direzione artistica che vale anche come suggerimento alla lettura, per chiunque voglia incamminarsi sui sentieri scoscesi e arditi della Resistenza.

Se oggi abbiamo tra le mani questo libro straordinario dobbiamo ringraziare Sonia, Massimo, ma anche Chiara Gabrielli che si è fatta carico di questo lascito raccogliendone la sfida; e il team di Rrose Sélavy che ha confezionato un autentico gioiello.

Non dico altro. Non trovo le parole, non he ho la forza. E non aggiungerebbero nulla.

Come scrisse Massimo, prima di lasciarci, "la memoria va camminata dentro". E allora incamminiamoci, tra stupore, meraviglia e profonda commozione. Per non dimenticare.

"Nome di battaglia Nero" - Sonia Maria Luce Possentini - Rrose Sélavy Editore - Introduzione di Francesco Filippi