Daniela Iride Murgia e il suo sguardo magico, dove stili e tecniche si stratificano in un foglio, celando una miriade di storie da raccontare.
Daniela semina incanto nel disincanto, come nell'attesa, uno stato d'animo innaturale agli occhi di un bimbo. Perché attendere e rimandare qualcosa che si può fare subito?
Questo disincanto fa germogliare una miriade di pensieri nella mente del bambino, dalle risposte plausibili alle fantasticazioni più improbabili.
In questo caleidoscopio di immagini che attingono tanto al mondo reale quanto all'immaginario fiabesco, sconfinando tra l'onirico e il surreale, si innesta l'arte sopraffina di Daniela Iride Murgia, che racconta attraverso illustrazioni minuziose, ricche di particolari, cariche di fascinazioni.
Dalle conchiglie spuntano gambe e piedi che camminano sulla tovaglia; dalla tazza del thè affiora uno scoiattolo ornato di erba speranzosa; un pulcinella di mare dialoga con la sua omonina maschera napoletana; le uova mettono le ruote, il pesce soffione pronto a soffiare sul dente di leone, le farfalle in testa, il serpente messo a mo di turbante. I pulcini con le corna da stambecco e da cervo. Quasi a voler sottolineare l'ostinazione di un pensiero. Questi, e tanti altri suggestivi particolari, disegnano l'incanto.
Mentre il disincanto è ripreso a livello testuale, nelle riflessioni del bambino che si avvicendano nell'attesa di mese in mese: "Come se avessi chiesto uno scoiattolo, uno stambecco muschiato, un ghepardo, un insetto luccicante o un serpente per amico". Non ho chiesto un animale strano, improbabile da tenere in casa, ho chiesto un cucciolo di cane!
A livello illustrativo, la ricchezza non è data soltanto dalla bellezza minuziosa dei disegni, in quanto si registra una commistione di stili e tecniche che si alternano e stratificano nel racconto (il collage, l'acquerello, il pastello, la china), e tutto è reso vivo dal delizioso incarnato che affiora sulle guance del bambino. Quante storie raccontano quei ghirigori spesi tra tovaglie, vestiti e pareti.
A livello testuale, l'autrice gioca con i riferimenti e le allusioni tra il diniego dei genitori e le fantasticazioni del bimbo. Ecco allora che il "vedremo" è squittito, farfugliato, ruminato, sibilato, balbettato, mormorato, pigolato, bisbigliato, a seconda che sia correlato a uno scoiattolo, alle farfalle, allo stambecco muschiato, al serpente, al pulcinella di mare, al nido del pesce rosso, ai pulcini, oppure alle lucciole.
L'erba della speranza non muore, prolifica tanto nei testi che nelle illustrazioni, seppur il desiderio del bimbo paia affievolirsi di mese in mese. Fino al freddo dicembre, quando "i fiocchi di neve parevano non volersi sciogliere al tepore della mia lingua" e "l'erba sembrava non fosse mai esistita ma sonnecchiava sotto la candida coltre". Quasi a voler sottolineare, forse è il caso che non rinnovi oltre la mia richiesta. Ecco che allora, solo allora, appare il cucciolo. L'attesa è stata ripagata.
E' persino stupefacente come tale libro, ramificato intorno ad un concetto apparentemente semplice (l'attesa, nella reiterazione continua di una richiesta continuamente rimandata) risulti di fatto così variegato, stratificato, carico di dettagli, ricco di spunti, particolari, sorprese e suggestioni. Il mio invito sincero è di non soffermarsi al messaggio intrinseco ultimo di cui pare farsi portatore. Come nel viaggio, più della meta conta quanto accade nel mezzo. Ecco, questo libro è un splendido viaggio, nell'incanto e nel desiderio dello sguardo fanciullo. L'unico universo davvero incontaminato rimasto a questo mondo.
"L'attesa" - Daniele Iride Murgia - Edizioni Corsare
Nessun commento:
Posta un commento