mercoledì 27 gennaio 2016

L'albero di Anne


"Ho più di cento anni, e sotto la corteccia migliaia di ricordi. Ma è di una ragazzina - Anne il suo nome - il ricordo più vivo. Aveva tredici anni, ma non scendeva mai in cortile a giocare. La intravedevo appena, dietro il lucernario della soffitta del palazzo di fronte. Curva a scrivere fitto fitto, quando alzava gli occhi il suo sguardo spaziava l'orizzonte. A volte però si fermava sui miei rami, scintillanti di pioggia in autunno, rigogliosi di foglie e fiori in primavera. E vedevo il suo sorriso. Luminoso come uno squarcio di luce e speranza in quegli anni tetri e bui della guerra. Fino a quando, un giorno d'estate, un gruppo di soldati - grandi elmetti e mitra in pugno - la portò via. Per sempre. Dicono che sotto la mia corteccia, insieme con i ricordi, si siano intrufolati funghi e parassiti. E che forse non ce la farò. Sì, sono preoccupato per le mie foglie, per il mio tronco, per le mie radici. Ma i parassiti più pericolosi sono i tarli, i tarli della memoria. Quelli che vorrebbero intaccare, fino a negarlo, il ricordo di Anne Frank".  


Al n. 263 di Prinsengracht, ad Amsterdam, vive un ippocastano di 150 anni. Nemmeno troppi per un albero della sua specie, ma è minato da un infezione fungina e dalle tarme. Temendo di essere prossimo all'abbattimento, decide di raccontare una storia accaduta più di sessanta anni fa. 263 Prinsengracht, Amsterdam, è l'indirizzo della casa dove si rifugiò Anna Frank con la sua famiglia, durante la persecuzione nazista.


L'ippocastano si trovava (si trova ancora) di fronte alla casa di Anna. I suoi bellissimi rami si slanciavano fino alla finestra della soffitta dove lei era nascosta. L'albero racconta con parole semplici, chiare e dolci, ciò che vide: dall’arrivo della famiglia Frank, allo sguardo di Anna che sognava e sperava in qualcosa di meglio affacciandosi alla finestra, ai suoi occhi che lo scrutavano al di là del vetro, all’arrivo della polizia il 4 agosto 1944 per portare tutti via.



"Io, l’ippocastano del giardino al numero 263 di Prinsengracht, ho regalato a una ragazza di tredici anni, prigioniera come un uccello in gabbia, un po’ di speranza e di bellezza. A lei, che nel suo nascondiglio sognava di sentire sul viso l’aria gelata,il calore del sole e il morso del vento,con le mie metamorfosi ho regalato lo spettacolo delle stagioni."

 

L'albero di Anne - Irène Cohen-Janca, Maurizio Quarello - Orecchio Acerbo

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