lunedì 25 gennaio 2016

Acquaria

 
"Dappertutto intorno a me vedevo banchi di pesci.
E’ questo il primo ricordo che ho dell’infanzia.
L’acqua è mia madre
E io sono schiuma
Che ha imparato a volare.

Non potrebbe essere che così,
perché sono solo una nuvola,
una nuvola sola.
Sono respiro del mare,
pensiero leggero
che si arrende al vento".

Con queste parole esordisce "Acquaria" di Gek Tessaro, Artebambini.


Ovvero il mondo visto dall'alto, con gli occhi di una nuvola. Che vaga, osserva, annota, sfiorando tutto senza concedersi il lusso di potersi soffermare su nulla, che è già altrove. Attraverso i suoi occhi passa di tutto, la natura superba e creatrice, fatta di acqua e vento, mari e monti; la civiltà dell'uomo con le sue potenti contraddizioni di corse frenetiche e spazi urbanizzati, ristretti, dove anche i pensieri escono accartocciati. La nuvola che nasconde e svela, che qualcuno o qualcosa sfiora. La nuvola fondamentalmente sola.

E' un libro dove in pillole, o se volete in gocce, vengono condensati tanti formidabili spunti di riflessione. Gek Tessaro è uno degli autori-illustratori più amati, ma questo è un libro particolarmente introspettivo, poetico e paradigmatico, sull'essere, sul divenire, sulla capacità di guardare dentro (a fondo) e davanti (oltre), sull'essenza e la dimensione del viaggio, che il dipanarsi musicale e visionario della sua trama ci solleva da terra spingendoci oltre i limiti della quotidiana contingenza. Parole e disegni sono una cosa sola, e davvero "unica". Un libro di confine e di frontiera, come in fondo lo è Artebambini, la casa editrice che lo ha pubblicato.


Questo per me non è un libro come gli altri. Questo per me non è solo un bel libro.

Questa copia viene direttamente dal Salone Internazionale del Libro di Torino 2015 dove ho fatto lo Stage presso l'Editore Artebambini.

Questa è la prima pietra su cui è ho edificato la libreria "Storie a colori".

Ha in sé il ritmo dell'onda, la forza della roccia, il suono del vento, la magia del sogno. Da perseguire, sempre, e con tutte le forze di cui disponiamo.

 

"Sono per ciascuno la forma
dei suoi sogni diversi"

Penso che Gek non poteva scegliere parole migliori per augurare ad ognuno di noi un "buon viaggio".

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