"Dappertutto intorno a me vedevo banchi di pesci.
E’ questo il primo ricordo che ho dell’infanzia.
L’acqua è mia madre
E io sono schiuma
Che ha imparato a volare.
Non potrebbe essere che così,
perché sono solo una nuvola,
una nuvola sola.
Sono respiro del mare,
pensiero leggero
che si arrende al vento".
Con queste parole esordisce "Acquaria" di Gek Tessaro, Artebambini.
Ovvero il mondo visto dall'alto, con gli occhi di una nuvola. Che vaga,
osserva, annota, sfiorando tutto senza concedersi il lusso di potersi
soffermare su nulla, che è già altrove. Attraverso i suoi occhi passa di
tutto, la natura superba e creatrice, fatta di acqua e vento, mari e
monti; la civiltà dell'uomo con le sue potenti contraddizioni di corse
frenetiche e spazi urbanizzati, ristretti, dove anche i pensieri escono
accartocciati. La nuvola che nasconde e svela, che qualcuno o qualcosa
sfiora. La nuvola fondamentalmente sola.
E' un libro dove in
pillole, o se volete in gocce, vengono condensati tanti formidabili
spunti di riflessione. Gek Tessaro è uno degli autori-illustratori più
amati, ma questo è un libro particolarmente introspettivo, poetico e
paradigmatico, sull'essere, sul divenire, sulla capacità di guardare
dentro (a fondo) e davanti (oltre), sull'essenza e la dimensione del
viaggio, che il dipanarsi musicale e visionario della sua trama ci
solleva da terra spingendoci oltre i limiti della quotidiana
contingenza. Parole e disegni sono una cosa sola, e davvero "unica". Un
libro di confine e di frontiera, come in fondo lo è Artebambini, la casa
editrice che lo ha pubblicato.
Questo per me non è un libro come gli altri. Questo per me non è solo un bel libro.
Questa copia viene direttamente dal Salone Internazionale del Libro di
Torino 2015 dove ho fatto lo Stage presso l'Editore
Artebambini.
Questa è la prima pietra su cui è ho edificato la libreria "Storie a colori".
Ha in sé il ritmo dell'onda, la forza della roccia, il suono del vento,
la magia del sogno. Da perseguire, sempre, e con tutte le forze di cui
disponiamo.
"Sono per ciascuno la forma
dei suoi sogni diversi"
Penso che Gek non poteva scegliere parole migliori per augurare ad ognuno di noi un "buon viaggio".
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