lunedì 16 aprile 2018

Ultraviolet


"Vorrei così tanto essere altrove. (Mi vengono le lacrime agli occhi e io le caccio via, devono andarsene nelle parole, perché solo così la loro acqua salata si farà inchiostro sulla pagina invece di perdersi sul mio collo disegnano rivoli sulla polvere). Non riesco a credere che sia la mia unica e vera vita quella che si compie in questo momento, giorno dopo giorno. Ogni minuto è un tormento di noia, caldo e inedia (è una parola che ho imparato di recente e che mi piace molto: viene da inanire, vuotare, ma assomiglia a inanimato, morto). "


Canada, Stato dell'Alberta, 1936, nel bel mezzo della Grande Depressione. Siccità, carestia, crisi economica. In questo scenario torrido sboccia la storia di Lucy, figlia del reverendo Larson, una ragazza in procinto di diventare donna. Per i suoi 13 anni riceve in regalo un diario, che elegge a personale rifugio: "una sorta di piccolo paradiso dove vorrei mettere, poco alla volta, tutto quello che mi manca sulla Terra". Il diario diventa suo amico e complice, confidente; qui la ragazza, attraverso la scrittura, esprime senza filtri e senza remore, tutti i suoi pensieri, mettendo a nudo le proprie emozioni. Il desiderio di vivere altrove, i contrasti con la propria famiglia che la considera una bambina a cui imporre una visione ristretta delle cose della vita; i dubbi sull'esistenza e la presenza di un Dio un po' lontano, un po' astratto, forse anche un po' cinico. Ma certi pensieri la figlia di un pastore non può esprimerli ad alta voce ai suoi genitori; deve tenerseli per sé.


Il diario diventa anche terreno fertile di un'esperienza sensoriale e fisica, talvolta olfattiva e tattile, dove la ragazza riflette sui gusti, oltre che sul significato e l'etimologia delle parole.

"Scrivo la parola cioccolato e mi vien voglia di leccarla, ma farei solo sbavare l'inchiostro sulla pagina e quindi mi trattengo. Guardo la parola, la pronuncio a voce bassa, chiudo gli occhi ed evoco il gusto del cioccolato, mentre con l'immaginazione mordicchio un pezzo piccolissimo di brownie. Sembra che funzioni. Riesco quasi a sentirne il gusto allo stesso tempo dolce e un po' amaro, di un bruno intenso e vellutato, di un brownie; lo inforniamo intero, enorme, nelle nostre chimeriche fauci, mastichiamo tenendo la bocca aperta e rumoreggiando in maniera del tutto sconveniente ... Mmm, questo si che è trattarsi bene!"

Poi l'incontro, fulminante e inaspettato. Suo padre, da buon pastore, ospita in casa un uomo; però stavolta non è il solito derelitto bisognoso, è un giovane distinto, elegante e bello, un medico dal nome profetico: Beauchemin, "bel cammino".


Tra i due si si instaura un dialogo serrato e contagioso; lei è piena di curiosità e domande che vengono prontamente soddisfatte, perché lui la tratta coma una donna sua pari, come tale, libera di esprimersi. Alla curiosità intellettuale si accompagna la scoperta sentimentale, sospesa tra reale e ideale, tra voli pindarici degni di un amore platonico e i sussurri ormonali di un corpo che sta per sbocciare.

Ultraviolet è un meraviglioso viaggio tra i sentimenti e le parole sui sentieri incontaminati dell'adolescenza. Dove non esistono certezze, solo rivelazioni e scoperte. 

"Ultraviolet" - Nancy Houston - Camelozampa

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