sabato 30 dicembre 2017

Hamelin, la città del silenzio


Verso la fine del 1300 ad Hamelin, Hameln in Germania, 130 bambini sparirono nel nulla. La leggenda, quella poi ripresa dai fratelli Grimm, narra che si allontanarono dalla città seguendo un magico pifferaio. Nessuno è mai riuscito a scoprire la causa vera della sparizione. Forse la peste, forse l'emigrazione, forse un'inondazione, forse la Crociata dei fanciulli. Della vicenda, però, si hanno testimonianze. Nel museo della città è esposta ancora oggi la riproduzione di un'antica vetrata della chiesa che raffigura un pifferaio seguito dai bambini. La finestra originaria risaliva al 1300. La stessa storia racconta un'iscrizione su di un antico palazzo, da tutti chiamato Rattenfängerhaus, la casa del cacciatore di topi. Ancora oggi ad Hamelin, in Bungelosenstraße, la via senza tamburi, è vietato cantare e suonare.


( .. accendo una candela e spengo la luce in camera. Poi mi dirigo verso lo stereo e metto un po' di musica. Parte un giro di chitarra dal vago sapore medievale, presto accompagnato dal sibilo di un flauto dolce. Siamo io, il buio e la luce, la musica e un libro. Che inizio a sfogliare ..)  



Le strade di Hamelin. Deserte e silenziose. Pochi, e frettolosi passanti la percorrono. Nemmeno un bambino. A noi ragazzine e ragazzini è vietato scendere per strada. Chiusi nelle nostre stanze, non possiamo giocare con gli altri bambini. Ci si consola con i giocattoli che il nonno costruisce per noi. E' il più vecchio del  paese, e ben conosce il motivo di quel divieto. Un tempo le vie e le piazze di Hamelin erano piene dello scorrazzare e del vociare di bambine e bambini. Ma disturbavano i grandi e così fu loro vietato di scendere in strada. Tristi, rimasero chiusi tra le quattro mura di casa fino a quando, una notte, sentirono la dolce e allegra voce di un piffero. Scesero tutti. Tutti seguirono il pifferaio. Tutti scomparvero. Tutti tranne il nonno. Era zoppo, e non riuscì a seguirli. Da allora anche la musica fu vietata, e Hamelin divenne la città del silenzio. Da allora non più una nota è risuonata in città. Spesso, prima di dormire, ripenso al racconto del nonno. Anche stasera. Ma ecco, attraverso una finestra, giungere dalla strada la dolce e allegra melodia di un organetto ...



Alice Barberini ha un dono straordinario: con le sue tavole riesce a fermare il tempo. Ti lascia li, sospeso, come un bambino alla finestra, nell'attesa che si compia qualcosa di straordinario. La mia sospensione è iniziata due anni fa, la libreria aperta da poco, e io giravo per gli scaffali a studiarmi i libri. Quando presi in mano "Il cane e la luna", un albo, all'epoca, appena edito. Ne rimasi totalmente invischiato. Quella tavola, il muso del cane raccolto tra le mani del bambino. Sono rimasto orfano di quegli occhi, e quello sguardo, per due anni. Fino a quando non è uscito "Hamelin". Che di occhi e sguardi, trabocca, come una fonte benedetta. Se la narrazione non è fatta di sole parole, ma anche di sguardi, e gesti, questo libro è il più bel dono che un albo illustrato ci abbia portato in dote in questo 2017.



(... mentre sfoglio il libro, la canzone prosegue, quando ascolto cantare queste parole..)




And it's whispered that soon, If we all call the tune,
Then the piper will lead us to reason
 And a new day will dawn  
For those who stand long
And the forest will echo with laughter.



"Hamelin" è un albo straordinario, in cui trovi di tutto; la luce e il buio, la musica e il silenzio, la solitudine e il gioco; la tristezza che esplode in gioia; la potenza arcana del fiabesco; la cura in ogni dettaglio. Le parole, poche, ingegnose, illuminano e scaldano mentre sgattaiolano lungo le strade deserte; alcune restano impresse sui muri, come targhe, o penzolano sulle insegne. 


Un mirabile gioco di inquadrature che si alternano: il quadro, la fotografia e il cortometraggio. C'è, soprattutto, la poetica degli occhi e degli sguardi, in tutta la sua eloquenza narrativa: il tempo che si arresta e cristallizza ogni ricordo; la solitudine e il divieto che li velano di tristezza e mestizia; il guizzo esplosivo della felicità, i sorrisi e la corsa in strada, in un piccolo paese che torna a popolarsi di giochi, musica e voci.


( ... entra la batteria, il canto prosegue, ascolto queste parole.....)


Your head is humming and it won't go
In case you don't know
The piper's calling you to join him
Dear lady, can you hear the wind blow
And did you know
Your stairway lies on the whispering wind.



In "Hamelin" respira il mondo delle piccole cose che rendono triste, o felice, un bambino. La potenza di questo albo, a ben vedere, sta proprio in questo. Perché Hamelin alberga nel fondo dei nostri animi. Nei rifiuti ricevuti, nelle concessioni accordate, nei giochi condivisi, negli spazi conquistati, in tutto questo e altro, i ricordi si arrestano, o tornano a correre lungo le strade del pensiero. In "Hamelin" si rinnova e si tramanda il nostro spirito fanciullo. 



Per questo è una straordinaria finestra per osservare, e comprendere, il meraviglioso mondo dell'infanzia. Il tutto impreziosito da alcuni dettagli che segnano la finezza interpretativa dell'animo, nella mano di chi l'ha disegnato. Il cane che appoggia la zampa sulla schiena del bambino, mentre questi osserva la luce esterna filtrare dalla finestra; il cane che osserva la luna piena, nel mezzo della strada deserta; il ranocchio giocattolo, che dalla finestra osserva, anch'esso, la luna, mentre nel letto dorme la bambina. 



(.. la canzone è finita, e io lascio parlare il libro ..)

Poi un giorno, l'uomo con la macchina che suonava mi venne vicino. Suonò per me, e io scoprii di non avere paura. La sua musica mi rendeva felice. Ma dalla finestra, il nonno sentì la melodia di molti anni prima. Scese in strada e con il bastone fece a pezzi la macchina che suonava.

"Perché quella notte non mi hai portato con te?" gridò.

L'uomo rispose: "Per far giocare ancora i bambini che sarebbero nati in questa città".

"E i bambini di quella notte, dove sono andati?", chiesi io.

"In tutta la musica del mondo", mi rispose l'uomo.



C'era una volta, e c'è ancora, una città di nome Hamelin. A ricordarci che la vita concede a tutti una seconda possibilità. E nella proibizione non passa la strada per la felicità. 



N.B. La canzone citata, di cui sono riportati alcuni versi, è la celebre "Stairway to Heaven" dei Led Zeppelin. 

Hamelin, la città del silenzio - Alice Barberini - Orecchio Acerbo

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