giovedì 24 febbraio 2022

L'ora blu

 


A chi mi chiede da dove nasca la mia passione per i treni, non so mai cosa rispondere. Penso sia una scia che mi accompagna fin dall'infanzia, restando interi anni discreta e defilata nella mia orbita, per poi riaffacciarsi, sotto spoglie diverse, in età matura.


Di una cosa sono però certo; tale passione non è mai stata fine a sé stessa, ma si è alimentata, e sviluppata, combinandosi con altre mie inclinazioni e curiosità. Alla passione per i viaggi (fisici e mentali, reali e metaforici), per l'arte, la storia e la geografia dei luoghi, la fotografia, l'escursionismo, la contemplazione solitaria, i momenti di raccoglimento personale che sono solito coltivare; passando attraverso l'amore per i libri e la letteratura, che recano in seno infiniti nuovi inviti al viaggio. Per questo è entrata ed uscita dalla mia vita, evitando di ossessionarmi e manipolarmi, tornando ogni volta diversa, più ricca, più forte di prima.


Sono mesi che giro intorno a questo meraviglioso "Picture Book" scritto da Massimo Scotti e superbamente illustrato da Antonio Marinoni, edito da Topipittori, che sembra esprimere in modo inequivocabile molte delle suggestioni che provo viaggiando in treno, e spesso in cuor mio ho cercato le parole per omaggiarlo.


Partiamo dal titolo, l'Ora Blu, che da solo evoca un naturale incanto. L'ora blu è quel magico momento in cui il buio cede il passo alla luce, prima dell'aurora; ma è anche il sui inverso, dopo il tramonto, nel crepuscolo che precede l'oscurità. Questo avvicendarsi crea un effetto cromatico suggestivo ed emozionante, in cui l'orizzonte è avvolto da una luce soffusa, nei toni del blu e del violetto. E' un momenti privilegiato dai fotografi paesaggisti per realizzare i propri scatti. 


Ma questo avvicendarsi tra luce e oscurità, a sua volta, contiene una forte carica metaforica, nell'alternarsi tra sogno e realtà, paura e speranza, inizio e fine di un'esperienza, che avviluppa la nostra esistenza e spesso la sfuma in alcuni momenti della giornata, vissuti con rara intensità. Un'intensità che si palesa sfogliando questo piccolo gioiello. 


Degno di nota a livello illustrativo l'uso della "silhouette" per tratteggiare i personaggi che animano il racconto, da quelli di contorno che popolano lo sfondo fino ai protagonisti che si muovono all'interno dello scompartimento del treno. Il gioco di ombre in primo piano si alterna ai paesaggi dal finestrino, in cui Marinoni crea uno sfondo che ricorda certi dipinti dei secoli scorsi; in questo dialogo visivo rivive il carteggio tra realtà e immaginazione che sta alla base dell'intreccio narrativo ideato da Massimo Scotti.


Così penso a Tony Tanner che trova un diario sulla panchina, alle avventure della bella Hortense che si materializza nella sua testa, a tutti i viaggi reali e ideali che compiamo nella nostra esistenza; alle stazioni, alle sale d'attesa, ai viaggi in carrozza mentre la vita ci scorre dentro, davanti e intorno; agli incontri che ci segnano, e talvolta ci cambiano. A tutto lo Sturm und Drang che si respira tra gli scompartimento di questo Picture Book, lo stesso che conferisce un senso, remoto e recondito, al nostro errare.


E a certe collane d libri "scritti e disegnati per aprire finestre su significati nascosti, creare nessi imprevisti fra cose e persone, illuminare dimensioni segrete del quotidiano invisibili ai nostri occhi".

Ecco, io amo i treni perché ho tanti "grilli per la testa".

L'ora blu - Massimo Scotti, Antonio Marinoni - Topipittori

giovedì 17 febbraio 2022

Chiedi ai sogni di fare rumore

 


Cosmo brilla per la sua siderale assenza, sembra quasi uno sfondo estrapolato da "2001: Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick; nel silenzio dell'universo, restituisce l'eco delle voci interiori di Arianna che fluttuano, galleggiano, nel vuoto della deriva.

Arianna, una e trina, Viva, Morta, Assassina. Quando il peso della coscienza ti schiaccia trascinandoti a fondo, dove non filtra la luce, nell'arcana speranza di sfuggire al ricordo che assume le sembianze di un terribile incubo.

Béla, una bicicletta in prestito e uno zaino vuoto, e l'ostinata missione di portare fortuna alle persone, con un sorriso e un battito di mani.

Manar, il dolore muto e fiero di una terra abbandonata a sé stessa, martoriata dalla guerra.

E l'ultima strofa di una canzone di Lucio Dalla che suona come un mantra:

"Anna avrebbe voluto morire

Marco voleva andarsene lontano,

Qualcuno li ha visti tornare

Tenendosi per mano".

Se il significato della parola "Kosmos" era ordine, armonia, anziché l'attuale universo, comprendiamo quanto la presenza di Cosmo sia essenziale per bilanciare il disordine interiore di Arianna, per squarciare questa cappa i sogni devono far rumore. E riportare alla luce termini e significati di una bellezza arcana, come "lampisteria", un autentico lampo di poesia.


Ci sono ragazzi che si caricano sulle proprie spalle fardelli troppo pesanti per la loro giovane età, e lo fanno in silenzio, in modo quasi invisibile allo sguardo adulto, spesso incapace di guardare lontano nel così vicino.

C'è tanto rumore entro l'apparente ovattato silenzio a cui dar voce. Certi libri di Alessandro Q Ferrari sono come microfoni nel silenzio dell'universo, certi suoi personaggi, così vicini, sembrano affondare la propria anima in quel pulviscolo cosmico da cui si è generato il mondo. Ordine e disordine sono come un Tao celeste, come Cosmo e Arianna sono espressione di un disegno più grande delle loro brevi e fragili vite.

"Chiedi ai sogni di fare rumore" - Alessandro Q Ferrari - Mondadori