venerdì 4 settembre 2020

Un altro me

 


Come suggerisce il titolo, l'autore che figura nelle pagine di questo libro è una persona profondamente diversa dal Bernard Friot istrionico, brillante, esuberante, qualità tali da renderlo così profondamente amato anche dal pubblico italiano.

Nello spazio temporale di una settimana che intercorre dalla domenica (giorno della partenza per Parigi) al sabato successivo (giorno del rientro in famiglia), lo scrittore francese ripercorre la sua problematica adolescenza di studente collegiale fuori sede; tra le righe emerge una personalità profondamente sola (anche perché refrattaria ad uniformarsi al pensiero dominante dei suoi coetanei), inquieta, a tratti aspra e cupa. Sicuramente ricca di interrogativi destinati a non trovare una rapida, quanto consolante, risposta. 


Basterebbe già questo a testimoniare la lungimiranza di un progetto, quello della collana "Gli anni in tasca" che vede un ribaltamento dei ruoli per cui, alcuni scrittori per ragazzi ormai adulti raccontano la loro infanzia e adolescenza di ieri ai ragazzi di oggi (ma l'esperienza non è assolutamente vietata agli adulti che anzi troveranno facilmente familiarità e similitudini con le loro esperienze di gioventù). 

Un procedimento umano e letterario, questo, destinato a caricarsi di suggestioni proprie, perché se è vero che nei decenni evolvono, formalmente, i tempi e i modi del relazionarsi con il mondo esterno, nella sostanza, i grandi dubbi esistenziali che ogni giovane affronta durante la crescita alla scoperta di sé, sono destinati a rimanere i medesimi.

"Un altro me" - Bernard Friot - Traduzione di Giovanna Zoboli

Collana "Gli anni in tasca"