giovedì 17 novembre 2016

La foresta di latta


"C'era un volta un posto, vasto e spazzato dal vento, vicino a Chissadove e accanto a Chisseloricorda, pieno di tutte le cose che nessuno voleva più".




Quando un libro ti parla, te ne accorgi mentre lo sfogli. Non è l'argomento che tratta, né l'arguzia narrativa della storia descritta. E' quell'insieme recondito di sensi e significati che si intrufolano in mezzo, scatenando sentimenti altalenanti, ma forti. Confesso di essermi emozionato quando ho sfogliato questo libro, che viene presentato come una "favola ecologica".


In effetti, a guardare la trama, racconta di un vecchietto che vive solo in una casetta, all'interno di una discarica; di notte fa bei sogni, ma quando si sveglia, fa i conti con la propria realtà. Un giorno ha una bella idea, e con i rottami costruisce una bella "Foresta di latta" con tanto di finti animali che la popolano; fino a quando, qualche animale vero, non arriva davvero.

 

La storia, scritta da Helen Ward in modo efficace, chiaro e semplice, tanto da essere chiaramente fruibile anche dai bambini più piccoli, è superbamente illustrata da Wayne Anderson. Tanti e tali sono i dettagli delle illustrazioni che viene da perdersi nel contemplarli; anche l'uso sapiente dei colori si mette a sostegno della narrazione; all'inizio è una dominante di grigio, appena interrotta dal giallo della luce e dall'oro dei sogni; ma a poco a poco che il vecchio inizia a dare materia ai propri sogni e visioni, questi iniziano a popolarsi di altri elementi che si fanno colori; il rosso e l'arancio dei fiori, l'azzurro delle farfalle, una spruzzata di verde tra le piante e le foglie che si animano come una foresta autentica popolata di esseri veri; ma anche l'azzurro del cielo al chiaro di luna.



Le illustrazioni sono al contempo dettagliate ed oniriche, le espressioni "parlano", ed è questo, a mio avviso, il valore aggiunto del libro. Guardando i protagonisti, emerge il mondo dei sentimenti al di là dei significati e delle intenzioni di cui si fa portatrice la storia. E allora, a ben guardare, la favola ecologica spruzzata di elementi di sogno ci pare riduttiva, e non rende giustizia alla bellezza di questo libro.

 

C'è la dolente contemplazione della solitudine, l'elogio al lavoro e all'ingegno, lo spirito di collaborazione nel piacere della condivisione, l'elogio alla speranza e alla fiducia in sé stessi, nell'altro e in un futuro migliore; l'unione che fa la forza e rende possibile quello che altrimenti sarebbe ... impraticabile. Ma anche e soprattutto, il dolce e tenace attaccamento alle cose che nella nostra vita hanno avuto un valore, e che non ci si rassegna facilmente a perdere. In tutto questo, non ultimo, certo, l'elogio alla forza incorruttibile del sogno, e il rispetto del mondo che ci circonda, che può essere meno brutto di come appare ai nostri occhi, se lo sappiamo curare e valorizzare. Fino all'ultimo bullone. Ed ecco allora che ..


"C'era una volta una foresta vicina a Chissadove e accanto a Chisseloricorda, piena di tante cose che tutti volevano".


Questa bella storia, edita in madrelingua nel 2001 come "The tin Forest", è stata portata in Italia nel 2007 dall'editore Campanila.

"La foresta di latta" - Helen Ward & Wayne Anderson - #Campanila

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